conto alla rovescia
Governo al capolinea? E la Storia si ripete
Stai a vedere che pure questa volta, nel 2019 tecnologico e social, l’Italia si beccherà il suo 25 luglio, con tanto di balletto sulle colpe per la caduta del Governo. Salvini che accusa Di Maio, i grillini che incolpano la Lega, Di Maio che ribatte a Salvini. Sembra un contrappasso perenne, quello del 25 luglio, nel nostro Paese. Da quella lontana estate del 1943 quando il Gran Consiglio del Fascismo votò contro Benito Mussolini ed il Duce venne fatto arrestare dal Re. Erano tempi tragici ed infami, cui l’alleanza italiana con i nazisti e la guerra avevano dato i connotati dell’orrore. Ma la storia non si ripete mai con la stessa messa in scena del passato e oggi, per fortuna, la tragedia non si vede, semmai si intravede la commedia di un gioco delle parti, quello tra Lega e 5 Stelle, che rischia di finire così com’era cominciato. All’insegna del “famolo strano” (e qui rubiamo una vecchia battuta di Carlo Verdone), imprevedibile insomma. A tirare in ballo la parola tradimento è stato in queste ore Matteo Salvini, a proposito del voto grillino in Europa, favorevole alla tedesca Ursula Von der Leyen, nuovo presidente della Commissione Ue: “Cinquestelle e Pd? Da due giorni - ha denunciato Salvini - sono già al governo insieme, per ora a Bruxelles. Tradendo il voto degli italiani che volevano il cambiamento, i grillini hanno votato il presidente della nuova Comissione Europea, proposto da Merkel e Macron, insieme a Renzi e Berlusconi”. Di Maio ha replicato a Salvini, ma l’aria è quella del 25 luglio. Nessuno farà arrestare Giuseppe Conte, premier democratico e libero, perché l’Italia di oggi non è - vivaddio! - quella del 1943. Ma le date, così come il tradimento e la politica, restano una nostra autobiografia nazionale. E se non dovessero cadere entro il 25 luglio, Lega e 5 Stelle al Governo, avranno sempre una data di riserva: l’8 settembre. Per il tutti a casa non è mai troppo tardi.