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Trema la Merkel. E pure l'Europa

Angela Merkel

Il potente che s'inferma è perduto...

Massimiliano Lenzi
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Trema in pubblico Angela Merkel - per la seconda volta - e con lei trema la Germania e anche l'Europa, almeno per come l'abbiamo conosciuta sino ad ora. Il ciclo di Governo della leader tedesca era giunto quasi alla fine anche senza i tremori che l'hanno colpita negli ultimi giorni, ma finirlo con una transizione morbida, soprattutto adesso che sono in gioco le nuove nomine in Europa (ed anche i conti dell'Italia), è una cosa. Doverlo accelerare (vedremo le notizie che usciranno nei prossimi giorni sul perché dei tremori della Cancelliera tedesca) sarebbe un'altra. Perché il fisico di chi comanda non può tremare e il corpo dei Potenti deve essere sano (o sembrarlo) visto che assomigliare alla gente comune - che pure ha i suoi acciacchi - rende certamente i Presidenti più simpatici ma troppo normali. E la normalità la pubblica opinione non la tollera troppo a lungo in una persona che decide dei destini di milioni di persone. Soltanto al Papa, figura da sempre in odore di Santità, un po' terrena ed un po' spirituale, è consentito essere debole. Ricordiamo tutti il calvario di dolore pubblico di Giovanni Paolo II, una resistenza epica, sino alla fine. Ma i politici non sono Papi e il Capo deve essere tonico, sia nelle democrazie occidentali che nelle dittature. Benito Mussolini, con la sua ulcera, Stalin con i malanni degli ultimi tempi, il venezuelano Chavez, tutti uomini cui le malattie han tolto, poco a poco, l'onnipotenza. Oggi che la leadership è tutto, pure nelle democrazie dove il corpo del leader è un'icona pop, chi comanda non può piegarsi in due per un mal di pancia. O tremare. La morale, dall'epoca dei greci ad oggi, è sempre la stessa: il potente che s'inferma è perduto.

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