Una classe dirigente irresponsabile
Conte fa fuggire il virus da Milano Ma scarica la colpa sulle Regioni
La fuga di notizie è avvenuta a metà pomeriggio quando da palazzo Chigi sono filtrate prima una bozza e poi una seconda bozza del dpcm a firma Giuseppe Conte che da domattina avrebbe dovuto chiudere la Lombardia e altre 11 province fra Veneto, Piemonte ed Emilia Romagna che diventavano zone rosse come a Codogno, in cui non si può entrare e da cui non si può uscire se non per gravissimi motivi. Appena lette le anticipazioni migliaia di lombardi che avevano le loro famiglie nel centrosud hanno dato l'assalto alle stazioni dei treni, alla stazione centrale di Milano e soprattutto a Garibaldi per prendere gli ultimi Frecciarossa e gli Italo che portavano fino a Salerno. Ma il dpcm è circolato senza firma e non scattava contrariamente alla data scritta nella bozza dalla giornata di domenica perché non è ancora stato firmato a causa delle consuete liti politiche. Così questa folla impressionante ha fatto esattamente quello che era temuto dai medici: si è addensata sulle banchine ed è poi salita sui treni senza biglietto uno addosso all'altro. Se fra loro c'erano portatori di coronavirus, ne hanno amplificato enormemente il contagio e in queste ore lo stanno portando a Roma e nelle altre città del Mezzogiorno dove i casi erano ancora limitati. Un disastro che dipende proprio da quella fuga di notizie, e che sta addensando su Conte critiche feroci da parte di tutta la comunità scientifica, come è ben chiaro da quel "Pura follia" urlato dal virologo Roberto Burioni. Il governo dunque l'ha fatta non grossa, ma enorme, e con questa fuga di notizie porta sulla coscienza l'amplificazione ovvia della diffusione del virus rendendo inutili i provvedimenti fin qui adottati. Più grave ancora la reazione avuta dal presidente del Consiglio e dai suoi ministri in dichiarazioni non ufficiali fatte filtrare dai portavoce o in messaggi privati che io stesso ho potuto leggere. Nessuno si assume la responsabilità di questo incidente, e anzi, la rilanciano all'unisono sulle Regioni a cui avevano trasmesso la bozza per avere un loro parere. Sospettano soprattutto del presidente della Lombardia, Attilio Fontana, che aveva manifestato loro un dissenso sul contenuto di alcuni articoli. E' un atteggiamento inaccettabile da parte di Conte e dei suoi, perché quando uno adotta una sorta di coprifuoco come quello che riguarderà la Lombardia, lo fa sapere solo un minuto dopo avere predisposto la chiusura delle stazioni e degli aeroporti, oltre che blocchi stradali ai confini. Fino a quel momento tiene in cassaforte il testo e al massimo lo spiega a voce agli altri. E' un po' come se Giuliano Amato nella notte del prelievo forzoso dai conti correnti avesse prima avvisato umma umma i correntisti. Una follia. Ma per capire come ragionano, riporto alcune considerazioni contenute in uno scambio di messaggi in privato che ho avuto con un esponente di questo governo: "Ma davvero se uno scappa e contagia la gente è colpa del governo??? Se uno scappa da Milano per una bozza di dpcm è uno che deve essere sanzionato. Guarda quanta gente c'era sulle piste da sci oggi. Non hanno capito un cazzo. Quelli vanno a sciare, e poi quando fanno il tampone si cagano addosso. Se non hai le palle di stare a Milano vaffanculo e basta. La giungla è la giungla...". Lo riporto perché offre in maniera chiara come poco altro quale è l'opinione che l'esecutivo ha degli italiani. I colpevoli sono dunque solo loro. Non ho nulla da aggiungere. Se non incrociare le dita e sperare nel presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, perché il destino degli italiani sia posto in mani adeguate per questi tempi.