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Sono belli i ragazzi di Greta Non gli avvoltoi che li sfruttano

Giovanissimi e sorridenti, i ragazzi per la Terra sono tutt'altro che da disprezzare, anche se vivono di grandi contraddizioni

Franco Bechis
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In quasi tutte le città italiane giovani e giovanissimi sono sfilati con i loro cartelli variopinti per la terza volta aderendo ai venerdì per il futuro del pianeta lanciati da Greta Thunberg. In mezzo a quei cortei c'era un po' di tutto, anche qualche adulto di troppo. C'era chi cantava Bella ciao, che con Greta c'entrava davvero nulla, chi urlava slogan di ogni corteo del passato, con parole diverse ma cadenzate al ritmo del maggio francese, chi rispolverava qualche frase un po' trita delle vecchie proteste no global. Sono stati per lo più cortei festosi, non rabbiosi, colorati non solo per il verde e l'azzurro che tingeva i loro volti con la bellezza di questo pianeta. Ho visto ragazzine issare cartelli irridenti in inglese (moltissimi lo erano) con su scritto “Fuck me, not the planet”, e non credo ci sia bisogno di traduzione. E a Napoli altri ragazzi stringevano uno striscione rivendicando “Greta Thunberg tifa Napoli”. C'era dunque anche ironia e spensieratezza in quelle manifestazioni. E naturalmente più di una contraddizione, come sempre è accaduto nella storia degli adolescenti: in marcia contro il capitalismo e le multinazionali, e subito dopo a mordere un hamburger da McDonald's, compulsare telefonini Apple e Samsung, postare le immagini della giornata su Facebook e Instagram, cercare i video delle altre città su YouTube. Insomma, stregati dalle più grandi multinazionali della terra che condizionano- lo vogliano o meno- ogni istante della loro vita. Ma anche ai tempi miei si protestava contro quello di cui spesso si beneficiava senza accorgersene, ed è la leggerezza della gioventù a fare correre questi rischi. Vedevo i volti dei ragazzini che ieri riempivano le vie del centro di Roma, e penso che fra loro- comunque noi adulti la si possa pensare su quei temi- ci saranno stati figli e nipoti dei nostri lettori. Non c'erano i miei, ma avrebbero potuto esserci, e anche per questo li ho osservati con tenerezza. Pensando pure che in tempi difficili, in cui raramente i ragazzini sanno stare insieme e in poco o nulla credono, una giornata così non sia stata buttata via. Poi se davvero credono in un futuro diverso, più a misura d'uomo, magari impareranno a lasciare a casa i loro telefonini, o a parlarsi guardandosi negli occhi e non spedendosi audio messaggi su whatsapp. Non sono i ragazzi che fanno problema nell'onda d'urto di Greta, e non ne fa la stessa giovane leader di questo movimento mondiale. Non sarà simpatica, sarà anche un po' costruita in laboratorio e utilizzata a manetta come fenomeno mediatico e pure macchina da fare soldi, ma di questo aspetto che un po' inquieta non è lei colpevole. La vera baracconata – che invece a me va di traverso- è nella truppa di adulti zompata addosso in modo grottesco al movimento per la terra pulita. Dall'Onu che della sua inutilità ha fatto l'emblema cedendo il microfono alla piccola Thumberg, al ministro della pubblica Istruzione italiano Lorenzo Fioramonti con il suo ballon d'essai sulle giustificazioni a scuola, fino al sindaco di Milano Beppe Sala ieri giulivo a farsi dipingere la faccia di verde e blu dai ragazzini, sono tutti prodotti puri di un gretinismo rapace. E anche un pizzico grottesco: perché con chi mai dovrebbero avercela i nostri ragazzi per le città inquinate, la plastica buttata ovunque, la raccolta dei rifiuti fatta alla carlona, il verde che manca alle grandi città e quando c'è è tenuto in condizioni pietose? Ovviamente con chi questo paese e queste città ha governato in questo modo in questi anni. Vedere quelli che dovrebbero essere i bersagli di questo movimento ambientalista mondiale scendere in piazza con loro, sorridere e applaudire alla sedicenne nell'assemblea delle Nazioni unite, grattare la pancia a quei giovani e sperare di fregarli avendone qualche vantaggio politico, è la vera nube nera sulla giornata di ieri e su queste settimane. E' pieno di avvoltoi su questi ragazzi, che non ne condividono affatto i temi e infatti quando hanno le leve del comando nelle loro mani fanno l'esatto opposto di quel che si chiede in quelle piazze, ma il sogno glielo vogliono davvero portare via trasformando in qualche de-gretino di scarsa importanza e piccola truffa quell'anelito a un modo migliore. Assai più onesto di gente così è chi magari con eccesso di ruvidezza oggi smonta un po' di cretinate degli slogan che girano fra i ragazzi. E invita a lasciare alla scienza il giudizio sulle catastrofi naturali e sui cambiamenti climatici che innegabilmente ci sono (e ci sono stati nella lunga storia della terra), ma non sempre sono conseguenza del comportamento degli uomini.

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