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Se un macellaio batte il Papa

Lo chef Salt Bae e la bistecca d'oro di Ribery

Franco Bechis
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All'Angelus di ieri Papa Francesco ha rivolto con poche parole un appello a tutti i leader europei, chiedendo di risolvere in breve lo stallo sui 49 migranti da qualche giorno bloccati davanti a Malta sulle navi di Sea Watch e Sea Eye. «Da parecchi giorni» ha detto il pontefice davanti a una piazza San Pietro gremita per la festa della Befana, «quarantanove persone salvate nel Mare Mediterraneo sono a bordo di due navi di ong, in cerca di un porto sicuro dove sbarcare. Rivolgo un accorato appello ai leader europei perché dimostrino concreta solidarietà nei confronti di queste persone». Nessun leader politico europeo ha voluto rispondere o commentare il Papa. Di più: su nessun sito internet dei principali quotidiani di Francia, Spagna, Germania, Austria, Portogallo, Gran Bretagna, Belgio e così via è stata pubblicata un a sola riga dell'appello del Papa. E a dire il vero non è stata data alcuna notizia nemmeno della vicenda dei 49 migranti. Fuori da questi confini non interessa evidentemente a nessuno né di quelle 49 vite, né di quel che possa dire o meno il Papa, che viene al massimo usato per polemiche politiche interne o per guerre interne alle gerarchie ecclesiastiche. Su tutti i siti Internet dei principali quotidiani europei oltre ovviamente alle vicende interne, campeggiava invece lo scandalo della cosiddetta "bistecca d'oro" che il calciatore francese Franck Ribery - attaccante nel Bayern Monaco - ha mangiato e fotografato con la sua famiglia a Doha, spendendo 1.200 euro. Non si parlava d'altro che di quello - con discussioni violentissime e grande scandalo per l'insulto che quella bistecca dorata rappresenterebbe per chi soffre la fame. E si parlava tanto dello chef-macellaio che l'ha servita a Ribery: il turco Nusret Gokce, in arte Salt Bae, da tempo una delle principali star del social Instagram. Ovviamente dei veri poveri non frega nulla a nessuno delle migliaia di indignati speciali inviperiti con Ribery, che come altri calciatori, cantanti e vip dello spettacolo guadagna talmente tanto da fare sembrare una spesuccia senza importanza quella nel ristorante turco. Come frega a nessuno dei migranti in tutta Europa. Né al socialista premier di Malta Joseph Muscat che dava lezioni di accoglienza parlando dal palco dei congressi Pd al fianco di Matteo Renzi e ora quando tocca a lui aprire i porti per un a manciata di poveracci fa una bella pernacchia gridando: “Non sono mica Babbo Natale!”. Né frega qualcosa all'altra leader descritta come paladina dei disperati: la cancelliera tedesca Angela Merkel, che i migranti vuole sì, ma solo se scelti uno ad uno dalle imprese tedesche. Per cui braccia aperte per ingegneri o tecnici siriani o libici o egiziani, ma frontiere sempre chiuse se si tratta di africani poveri e di scarsa cultura. Il mostro dunque non sembra essere l'Italia di Matteo Salvini e Luigi Di Maio, che se cuore duro palpitante solo per la fuffa fa vedere, è identico a quello di gran parte dell'Europa, che almeno potrebbe risparmiarci lezioncine etiche impartite tutti i giorni...

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