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Morbillo, l'Italia nella lista nera degli Usa sui viaggi a rischio

Silvia Sfregola
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Gli Stati Uniti mettono in allerta i americani in partenza per l'Italia a causa dei focolai di morbillo. L'allarme è partito dai Centers for Disease Control and Prevention (CDC), Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie del Dipartimento della Salute Usa. Viene raccomandato ai viaggiatori di vaccinarsi o assicurarsi di essere già vaccinati e di prendere precauzioni quali lavarsi le mani ed evitare di toccarsi bocca, naso e occhi. Il vaccino contro il morbillo, viene sottolineato, è particolarmente importante per i neonati di 6-11 mesi e per i bambini da un anno in su. "I medici - è la raccomandazione - dovrebbero considerare il morbillo quando trattano pazienti con febbre e eruzioni cutanee, soprattutto se il paziente ha viaggiato di recente all'estero". È dal 2015 che l'Oms sta cercando di dare la sveglia all'Italia. Le vaccinazioni nel nostro paese sono pericolosamente calate. In questo inizio di 2017 sono stati registrati in Italia quasi gli stessi casi di morbillo di tutto il 2016. A fronte degli 884 segnalati in tutto lo scorso anno, da gennaio a oggi ne sono stati individuati più di 700. Un preoccupante aumento di oltre il 230%, "in gran parte dovuto al numero crescente di genitori che rifiutano la vaccinazione, nonostante le evidenze scientifiche consolidate e nonostante i provvedimenti di alcune regioni che tendono a migliorare le coperture, anche interagendo con le famiglie e i genitori". A spiegarlo è il ministero della Salute, che ha diffuso i dati. La maggior parte dei casi sono stati segnalati da sole quattro Regioni: Piemonte, Lazio, Lombardia e Toscana. Più della metà dei casi rientra nella fascia di età 15-39 anni. Sono stati notificati anche diversi casi a trasmissione in ambito sanitario e in operatori sanitari. Il morbillo continua a circolare nel nostro Paese a causa della presenza di sacche di popolazione suscettibile, non vaccinata o che non ha completato il ciclo vaccinale a 2 dosi. Il vaccino trivalente MPR, che agisce anche contro il morbillo, è finito al centro di una vicenda giudiziaria basata sull'ipotesi di un nesso causale con l'insorgere dell'autismo. Dopo una sentenza di primo grado del tribunale di Rimini, che nel 2012 ha riconosciuto questo nesso (tra le proteste della comunità medica e scientifica), in appello i giudici di Bologna hanno annullato questa ipotesi, spiegando nelle motivazioni che "l'apparente assenza di altre cause" per l'insorgere della malattia non poteva bastare per dare la responsabilità alla vaccinazione. Ma, nonostante la verità giudiziaria, l'associazione vaccino Mpr-autismo ha continuato ad animare il dibattito tra favorevoli e contrari ai vaccini.

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