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La Ue a Salvini: "In Libia no porti sicuri". Il ministro: "Così si aiutano gli scafisti"

Il ministro dell'Interno Matteo Salvini

Dario Martini
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L'Unione Europea vuole dettare la linea all'Italia sui migranti. La Commissione Ue, infatti, ha risposto al ministro dell'Interno Matteo Salvini, il quale in più occasioni aveva ricordato che in acque libiche devono intervenire i libici e che, soprattutto, i profughi che si imbarcano devono iniziare a tornare in Libia. "Nessuna operazione europea e nessuna imbarcazione europea" riporta i migranti salvati in mare in Libia, perché "non consideriamo che sia un paese sicuro". A dirlo è la portavoce della Commissione, Natasha Bertaud, rispondendo ai giornalisti che chiedevano un commento della Commissione sulle parole del ministro degli Interni, Matteo Salvini, che ha detto che chiederà alla Ue di riconoscere i porti libici come sicuri. Una presa di posizione ribadita anche dall'alto commissario per la politica estera della Ue, Federica Mogherini (ex politica del Partito Democratico): "La decisione rispetto al fatto che i porti libici non siano porti sicuri è una decisione della Corte europea dei diritti dell'uomo, quindi è una valutazione puramente giuridica sulla quale non c'è una decisione politica da prendere". La risposta di Salvini non si è fatta attendere: "L'Unione Europea vuole continuare ad agevolare lo sporco lavoro degli scafisti? Non lo farà in mio nome, o si cambia o saremo costretti a muoverci da soli", scrive su twitter il ministro dell'Interno, il quale poco prima aveva esultato di fronte alla ricollocazione dei 450 migranti sbarcati a Pozzallo tra vari paesi europei. Salvini l'ha definita una "vittoria politica".

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