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Mastella: "Renzi-De Mita? Ecco perché Ciriaco non ha perso"

L'ex portavoce del leader irpino: "Matteo pensava di aver scelto l'avversario più comodo. Invece..."

Carlantonio Solimene
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"Erano tutti convinti che Matteo Renzi ne avrebbe fatto un sol boccone. Invece Ciriaco si è difeso e ne è uscito piuttosto bene". Clemente Mastella di De Mita è stato a lungo portavoce. Poi le loro strade politiche si sono divise, ma l'attuale sindaco di Benevento giudica comunque positiva la performance dell'ex presidente del Consiglio nell'attesissimo confronto televisivo con Renzi sul referendum. Mastella, ha visto il confronto da Mentana? "Non in diretta. Ne ho recuperato diversi frammenti successivamente. E da quello che ho visto non mi sembra di poter parlare di un vincitore e uno sconfitto. In faccia a faccia del genere ognuno difende la propria posizione fino alla fine. Direi che, tutto sommato, se si considera la differenza di età tra Renzi e De Mita, quest'ultimo ha retto bene il confronto. Di certo Matteo non ne ha fatto un sol boccone. E Ciriaco è riuscito a limitare la sua abituale lunghezza nella prosa". In molti erano convinti che fosse stato un errore, per il fronte del no, aver schierato una personalità non "nuovissima". "In realtà De Mita non è stato schierato dal fronte del no. E' stato Renzi stesso a scegliersi l'avversario che lui considerava più utile per ribadire il suo clichè vecchio-nuovo. D'altronde sulla rottamazione Matteo ha costruito tutta la sua carriera politica...". Il premier sostiene che tanti vecchi arnesi della prima e della seconda Repubblica hanno scelto di schierarsi nella battaglia referendaria solo per sopravvivere politicamente. "Magari per alcuni sarà così. Ma mi chiedo perché non debba valere anche per tutti quelli che, oggi come in passato, solo saliti sul carro di Renzi per l'identico motivo. E comunque non mi sembra né il caso mio né quello di De Mita. Ciriaco ha tutta una storia e uno stile che dimostrano il contrario. Lui ha semplicemente ribadito che una riforma di questo tipo doveva essere realizzata con un iter diverso, più "moroteo" o "degasperiano". Invece Renzi ha preferito portarla a casa a colpi di fiducia". Mattarella al Quirinale, Renzi e De Mita a duellare sulla riforma. E' la rivincita della Dc? "Senz'altro la dimostrazione che quel seme ha germogliato bene". Lei perché voterà no? "Per tantissime ragioni, ma gliene citerò solo due, una di metodo e una di merito. La prima è che trovo assurdo che un Parlamento giudicato incostituzionale dalla Consulta metta mano alla Carta fondamentale. La seconda è che è inconcepibile votare un testo senza sapere bene cosa accadrà dopo. Come verranno scelti i senatori? Le Province esisteranno ancora sì o no? Questa riforma lascia troppi aspetti opachi". Renzi deve dimettersi in caso di sconfitta? "Si dimetterà di sicuro. E poi Mattarella gli riaffiderà l'incarico, com'è giusto che sia. Piuttosto vorrei dargli un consiglio per il dopo". Prego. "Metta mano alla legge elettorale, inserisca il premio alla coalizione anziché alla lista ed elimini il ballottaggio, altrimenti perderà. Il Pd ormai ha un solo vantaggio rispetto al MoVimento 5 Stelle: Grillo non prevede di allearsi con nessuno, i Democratici invece dispongono di una serie di partiti pronti ad apparentarsi con loro. Perché rinunciarci? Non mi sembra una mossa di grande intelligenza".

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