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L'Isis minaccia: "Invaderemo Roma"

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Via Twitter sfida all'Italia corredata con foto choc di decapitazioni I guerriglieri stanno preparando la "giornata mondiale del terrore" PALERMO Sospetti jihadisti fermati al porto

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Teste mozzate, ordigni esplosivi, ostaggi arsi vivi e scene di guerra. È la sequenza dell'orrore apparsa ieri su Twitter dove, da un account legato all'Isis con 1.960 follower, sono state pubblicate foto agghiaccianti con la scritta in italiano sgrammaticato "Roma presto sarà invasa". Una decina di immagini in tutto, postate in rapida successione, in cui è chiara la minaccia al nostro Paese. Tra i tweet pubblicati anche quello in cui lo jihadista si rivolge direttamente ad un altro utente che lo ha segnalato alla polizia postale: "Verremo a mangiarvi presto", scrive. Nonostante le numerosissime minacce inviate all'Italia da oltre un anno, questa è la prima volta che gli jihadisti usano immagini così forti e macabre. Nelle foto si vedono, oltre alla bandiera nera del Califfato, anche corpi mutilati, scene di decapitazioni in pubblica piazza anche in presenza di bambini, oltre che quattro ostaggi con la tunica arancione appesi ad un filo con sotto le fiamme. Scene truculente, degne del miglior film splatter pubblicate con gli hashtag: #Amici15, #italiandigitalday, #tvtalk, #MafiadelTwitter, #2016IsZaynsYear. Ciò che sconvolge, però, è l'immagine che mostra un ordigno esplosivo artigianale, costruito con esplosivo al plastico. Attraverso la foto postata non è possibile capire se verrà utilizzato per una cintura da kamikaze. Quello che appare, invece, è un anello adattato a spoletta che serve per l'innesco dell'esplosivo. Non mancano, poi, carri armati, mujaheddin e ogni sorta di scena che evoca violenza e sangue commessa dallo Stato islamico nei suoi territori e che minaccia di riproporre in Italia. Giallo sulle affermazioni di Anonymus, il gruppo di hacker che ha intensificato la cyberwar contro l'Isis dopo gli attentati di Parigi, gli jihadisti stanno preparando la "giornata mondiale del terrore". Si tratterebbe di otto attacchi in contemporanea in altrettanti Paesi. Tra questi ci sarebbero anche l'Italia e ancora la Francia. In una dichiarazione Anonymous, successivamente smentita, che ha anche divulgato la presunta lista degli obiettivi dei terroristi, ha detto di aver avvisato i governi prima di diffondere la notizia in Rete. Minacce e ancora minacce, dunque, che i seguaci del Califfato portano avanti sui social network e non solo. Vale la pena ricordare alcuni dei messaggi arrivati nel corso dei mesi al nostro Paese. L'immagine più inquietante resta quella sulla copertina di Dabiq, il magazine online dello Stato islamico, dove sull'obelisco di piazza San Pietro è issata la bandiera nera dell'Isis. Poi ci sono le foto postate a fine agosto da un altro account Twitter in cui si vedono Roma e piazza San Pietro a ferro e fuoco, mentre la terribile bandiera nera dello Stato islamico sventola sulla città eterna. In un'altra immagine, invece, la mappa della Libia sovrasta Roma e sotto si legge la frase: "Le armi degli ottomani sono state lanciate e hanno accerchiato Roma dopo avere conquistato la Libia a sud dell'Italia. Chi vuole prendere Roma e l'Andalusia deve cominciare dalla Libia". Dalle stazioni ferroviarie ai luoghi sacri, passando per musei, ambasciate, palazzi istituzionali, università, quartieri della movida e i grandi centri commerciali, la Capitale d'Italia è un unico grande obiettivo sensibile. Il Vaticano e il Papa, però, hanno un'importanza maggiore. L'olacausto dei cristiani, infatti, è già iniziato nelle terre controllate degli jihadisti. L'obiettivo ultimo è quello di arrivare a Roma e conquistare la culla della cristianità. Ad aprile scorso Il Tempo pubblicò la notizia dell'ennesimo manuale messo in Rete dall'Isis che annunciava la "presa di Roma" dopo sette mesi. Una data che tragicamente coincide proprio con l'inizio del Giubileo previsto per l'8 dicembre. Da lì, spiegano i terroristi nell'ebook del terrore, "Bandiere nere dalla Palestina", comincerà un nuovo percorso per l'Islam e per coloro che credono in questa religione o decidono di convertirsi.

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