Tirò la statuetta in faccia a Berlusconi. Ora fa Babbo Natale
di Massimiliano Lenzi Babbo Natale non è Massimo Tartaglia. Forse nessuno degli spettatori che hanno assistito al casting pubblico per il Babbo Natale del centro commerciale Galleria Borromea di...
Babbo Natale non è Massimo Tartaglia. Forse nessuno degli spettatori che hanno assistito al casting pubblico per il Babbo Natale del centro commerciale Galleria Borromea di Peschiera Borromeo, ha riconosciuto, in quel candidato un po' frastornato salito sul palco, l'uomo che esattamente cinque anni fa, ferì Silvio Berlusconi, tirandogli una miniatura del Duomo di Milano. In seguito, Tartaglia fu assolto perché riconosciuto incapace di intendere e di volere al momento del fatto. Massimo Tartaglia ha raccontato di avere tentato il casting allettato dalla buona paga promessa a chi fosse stato scelto per fare il Babbo Natale. E con ironia, alla domanda con chi avrebbe voluto pranzare nei panni di Babbo Natale, ha risposto al settimanale Oggi: «Beh, se fossi Babbo Natale, credo che dovrei pranzare con la Befana, sbaglio?». Ma lei, signor Tartaglia, non vorrebbe cenare con una attrice, o magari con un politico? «Beh, i politici forse è meglio che li lascio perdere...». C'è, in questo tentennamento di identità, la crisi politica della leadership e del resto dell'Italia contemporanea. La domanda in fondo resta semplice: perché Tartaglia dovrebbe fare Babbo Natale? Il punto non riguarda né il dove è neppure il quando bensì il come: Tartaglia ha tirato una statuetta del Duomo al Cavaliere. Quindi stop it. Fermiamoci qui, basta. Non si tratta di trovare redenzioni e neppure alternative, lo spariglio si ferma qua. C'è nell'identità politica del Tartaglia redento una regressione italiana e culturale: nel senso che si può perdonare ma non si può obliare. E se Tartaglia nell'Italia del 2014 finisce con l'incarnare il Babbo Natale, beh, questo significa che sotto l'albero e persino dentro al Preseoe qualcosa è cambiato. Nei dettagli, a ben guardare, è mutato il contorno del Presepe. Sarebbe facile e banale tracciare questo mutamento con una frase sapida e facile di Eduardo De Filippo, «Te piace u' Presepe» mentre - nella realtà - l'interrogativo si materializza nel «ti piace il Paese». La risposta è no, soprattutto se Tartaglia fa Babbo Natale.