Canile abusivo okkupato Il Comune paga lo stesso
Il ricovero pubblico sul Tevere è a rischio crollo
Il Comune di Roma continua a finanziare l'associazione che gli ha occupato un canile, anche questo al centro del ping pong di polemiche - e qualche denuncia - tra volontari, Asl e amministrazione comunale. È il caso dell'ex Poverello di Vitinia, l'ultima volta finito sui giornali in campagna elettorale, quando il candidato Marino fu accolto nella struttura dalla presidente di Avcpp Simona Novi e dalla senatrice Pd Monica Cirinnà, ex delegata per gli animali degli ex sindaci Rutelli e Veltroni e sostenitrice dell'associazione. A fine settembre, stimavano dall'Avcpp che gestisce in affidamento diretto il canile dal 2007 e lo occupa dal novembre 2012, all'ex Poverello erano alloggiati circa 100 cani, in base agli spazi ancora disponibili avrebbe potuto ospitarne altrettanti per rispondere, per esempio, «all'emergenza Parrelli», resta però un problema: questo rifugio non è in possesso dell'autorizzazione sanitaria. Il Comune di Roma prende posizione a fine 2012, quando dispone «in qualità di gestore e proprietario degli animali», all'epoca 139 cani, il loro trasferimento in altre strutture «in seguito dell'ultima piena del Tevere che ha compromesso gravemente l'argine del fiume che costeggia il canile», rimandando in particolare alle «carenze igienico sanitarie dovute all'assenza dei collegamenti al collettore fognante». Si dava seguito, così, alla nota della Asl Roma C che già il 6 marzo segnalava «l'assenza di autorizzazione sanitaria e della figura del veterinario sanitario responsabile, box in condizioni non idonee, mancata esecuzione di vaccinazioni» e via dicendo, prescrivendo infine «l'immediato blocco degli ingressi e lo spostamento degli animali». In una lettera dello scorso aprile, il Dipartimento Tutela Ambientale e del Verde ricorda così i fatti: «Nel giorno stabilito per il trasferimento si constatava l'impossibilità di eseguire le operazioni in quanto la struttura del canile risultava chiusa al suo interno e occupata dagli stessi operatori dell'Avcpp che impedivano l'ingresso all'amministrazione». Sempre in questo documento, si considerano altre criticità, come la bocciatura del Ministero dell'Ambiente che «sottolineava la situazione di dissesto idrogeologico dell'area su cui sorge il canile, limitrofa al Tevere, poiché in zona AA del Pai (Piano di assetto idrogeologico) di Roma», dunque «inidonea per le sue finalità». Quindi che fare? Il Dipartimento si chiama fuori «declinando ogni responsabilità rispetto alla gestione della struttura, sicurezza degli lavoratori e benessere degli animali», e Avcpp resta dentro. Due pesi e due misure. Nel caso del Parrelli, gli ultimi controlli del Nirda (Nucleo investigativo per i reati in danno agli animali) avvenuti a luglio hanno condotto al sequestro "lampo" del canile, lo scorso ottobre, il tutto mentre l'Asl continuava a certificare il buono stato di salute degli animali. Al contrario, le disposizioni del servizio veterinario restano inevase all'ex Poverello, che ancora aspetta l'autorizzazione sanitaria: «Dal 2008 il Comune non ha più fatto manutenzione, poi l'Asl Roma C se ne è andata - giustifica l'occupazione in corso Simona Novi - noi abbiamo fatto il possibile per evitare che la struttura degradasse, garantendo anche le cure sanitarie, ma è evidente che la macchina del fango nasceva dalla volontà politica di farci chiudere». Le prescrizioni dell'Asl Roma C, del resto, non "valgono" neanche alla Muratella, che nei fatti risulta irregolare rispetto al numero di cani ospitati.