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Dieta mediterranea sott'attacco? Gli imprenditori la difendono

A rischio parmigiano, prosciutto, pizza, vino e olio

Francesco Fredella
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La dieta Mediterranea è sott'attacco. Chi l'avrebbe mai detto: cinquant'anni fa avrebbe dovuto salvare il mondo e oggi, dopo che è diventata patrimonio dell'umanità, è sotto tiro. Così il Parmigiano Reggiano Dop, il Prosciutto Crudo di Parma, ma anche la pizza, il vino e l'olio d'oliva rischiano davvero di fare la fine delle sigarette: tassati o con la dicitura «nuoce alla salute»? «Siamo alla follia pura», ha tuonato il ministro dell'Agricoltura Gian Marco Centinaio. Si è diffusa la notizia secondo cui Onu e Oms avrebbero portato avanti una battaglia contro gli alimenti ricchi di grassi saturi, sale e zuccheri per ridurre il consumo nell'area europea. Intanto, in un documento, “Time To Deliver” l'Oms scrive una serie di raccomandazioni per ridurre il consumo di cibi giudicati negativi. Secondo “Il Sole 24 ore” alcune eccellenze italiane (come l'olio extravergine, il Parmigiano o il Prosciutto)  potrebbero finire nel mirino dell'Oms con il “semaforo rosso”. In allarme molti imprenditori del settore alimentare, pronti a difendere il Made in Italy con le unghie e coi denti, insieme ai colleghi di tutta l'area mediterranea. Non è tardato ad arrivare il commento di Gianluca Mech, imprenditore famoso in tutto il mondo, che di recente abbiamo visto al fianco di Ivana Trump in America per una campagna di sensibilizzazione alimentare. Mech, da sempre, difende la dieta Mediterranea in ogni modo. A “Il Tempo” ha dichiarato: «Lo scorso anno sono stato uno dei pochi a ricordare l'importanza della “Dieta Mediterranea” in occasione dei suoi 50 anni alla mostra del cinema di Roma con un cortometraggio intitolato “Good food” con Salvatore Esposito e Justin Mattera tra gli attori. Oggi è molto importante non soltanto parlare di quantità dei cibi, ma soprattutto di qualità. A causa delle cattive abitudini sempre meno si fa caso ai cibi che mangiamo. Guardate le etichette quando andate al supermercato. Lo dico da tempo e lo continuerò a dire sempre».

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