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Quei 17 mila stranieri nelle carceri italiane

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Sono un terzo della popolazione totale. I più arrestati marocchini e romeni La classifica per nazionalità La situazione in Lazio e Campania

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Primo dato. Al 30 settembre 2014 detenuti presenti nelle carceri italiane (in totale 203 istituti penitenziari) erano 54.195. Che non è un numero perfetto visto che la capienza complessiva calcolata dal Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria è di poco superiore ai 49.300 posti. Tradotto: siamo ancora in una condizione di sovraffollamento. E di certo non conforta che, al 31 ottobre, si sia leggermente saliti toccando quota 54.207 (+12). Ma c'è un elemento in più. Nello stesso periodo il totale dei detenuti stranieri è passato da 17.522 a 17.578, cioè una differenza di 56 unità. Letto così il dato farebbe pensare che gli stranieri abbiano "contribuito" in maniera decisiva all'innalzamento della nostra popolazione carceraria. Se non fosse che esistono le misure alternative e gli arresti domiciliari che rendono più complicato il calcolo di «entrate» e «uscite». Detto questo una considerazione generale si può comunque fare: praticamente un terzo dei detenuti del nostro Paese è di nazionalità straniera.     MAROCCHINI E ROMENI IN TESTA Oltre a fornire il dato complessivo, il Dap ha suddiviso il numero dei detenuti stranieri per sesso e nazionalità. La differenza tra uomini e donne è schiacciante. Su un totale di 17.578, 16.706 sono detenuti di sesso maschile, solo 872 le femmine. Che rappresentano comunque, anche in questo caso, un terzo dell'intera popolazione carceraria italiana (2.343). Nella classifica dei «più arrestati d'Italia» la medaglia d'oro viene conquistata dai detenuti marocchini che sono quasi 3.000 (2.979). Seguono romeni (2.859), albanesi (2.419) e tunisini (1.983). Un quartetto che sembra confermare i pregiudizi che spesso scatenano la rabbia dei cittadini italiani. Rabbia che è più incline a sfogarsi su certe etnie piuttosto che su altre. Se si considerano le prime dieci nazioni la fa da padrona l'Africa presente con Nigeria (722 detenuti), Egitto (540), Algeria (400) e Senegal (308). Chiudono Yugoslavia (286) e Cina (236). Andando oltre colpisce che nei primi 40 finiscano anche Spagna (89), Francia (85) e Germania (65).     E I PROFUGHI? È veramente difficile fare statistiche e cercare di raccogliere un dato che sia rappresentativo di un fenomeno, ma scorrendo la classifica si può notare che Siria, Iraq, Libia e Afghanistan cioè tre delle nazioni dove, a causa della guerra, si registrano fughe di massa, contribuiscono in maniera tutt'altro che rilevante all'incremento della popolazione carceraria. In particolare: Siria 59 detenuti, Iraq 38, Libia 45, Afghanistan 28. Totale: 170, cioè meno dell'1%.   LAZIO MEDAGLIA D'ARGENTO C'è poi la divisione territoriale. La Regioni italiane con più istituti penitenziari sono, nell'ordine, Sicilia (24), Lombardia (19), Toscana (18) e Campania (17). Solo quinto il Lazio con i suoi 14 che ospitano 5.680 detenuti. Comunque sufficienti per conquistare la medaglia d'argento quando si parla di stranieri. Se infatti la Lombardia ne conta 3.387 su un totale di 7.697, la nostra Regione si ferma a quota 2.395. Insomma praticamente la metà della popolazione carceraria regionale complessiva. Per capirsi in Campania su un totale di 7.290 reclusi solo 864 sono stranieri.   ROMA CAPITALE Ed eccoci nella Capitale d'Italia che tra territorio cittadino e provincia ospita 8 dei 14 istituti penitenziari regionali. Anche per questo, forse, Roma è la città che conta più detenuti stranieri:1.727. Milano ne ha quasi 1.700 mentre Bologna (351) e Napoli (381), sono decisamente staccate. Anche la Sicilia, dove pure approdano gran parte dei viaggi della speranza che partono dalle coste africane, non è al livello del Lazio e di Roma. Sull'isola la popolazione carceraria tocca le 6.000 unità. Solo 1.208 sono stranieri.   LIBERI TUTTI? Lo scrivevamo all'inizio. Il numero di reclusi nelle nostre carceri subisce continue oscillazioni a causa delle leggi sulle misure alternative e sulla possibilità di scontare ai domiciliari la propria pena. Ed è forse proprio questo il motivo che preoccupa di più i cittadini italiani. Cosa ne è degli stranieri che finiscono in carcere? Quando ne escono? E se escono tornano a delinquere? Quest'ultima domanda, lo diciamo subito, non trova risposta nei dati del Dap dove non esistono statistiche sul grado di recidiva. Sappiamo, però, quanti sono stati i detenuti usciti di cella nei primi 10 mesi del 2014 ai sensi della legge 199/2010 (Esecuzione presso il domicilio delle pene detentive). La proporzione è rispettata: su un totale di 15.403 detenuti usciti circa un terzo 4.604 sono stranieri. In questo caso il Lazio è quinto dietro Lombardia (1.058 su 2.350), Toscana (679 su 1.361), Piemonte (584 su 1.326) e Veneto (445 su 1.000). Certo restano molti dubbi. Uno su tutti: in quali domicili i detenuti sconteranno la loro pena?   NOVITÀ LEGISLATIVA Per ora si tratta di un'ipotesi sul tavolo di Palazzo Chigi dove il ministro della Giustizia Andrea Orlando ha fatto arrivare il testo di un decreto legislativo che introduce nel codice la «non punibilità per particolare tenuità del fatto». Tradotto: nessun processo per i cosiddetti «piccoli reati». Su tutti i furti semplici che al momento sono puniti dall'articolo 624 del codice penale con una pena da sei mesi ai tre anni di reclusione. Certo, perché non ci sia punibilità, il comportamento dell'autore non deve essere abituale. Una magra consolazione per i cittadini italiani che, a gran voce, continuano a chiedere alle istituzioni di rendere più sicuri i loro quartieri e le loro città.

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